Qualcosa di me…

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Ciao a tutti mi chiamo Paolo, ho 55 anni e da circa 35 lavoro nel campo dell’elettronica e delle telecomunicazioni. Otre all’elettronica ho un mucchio di altri interessi. L’informatica, la robotica, i droni a pilotaggio remoto, la modellazione e all’animazione 3D, e le immersioni subacquee. Amo anche moltissimo nuotare con la monopinna. Ho tante idee, pochi soldi e pochissimo spazio utile a realizzarle. Più di una volta ho pensato che se avessi potuto disporre di un garage come Bill Gates o Steve Jobs la mia vita avrebbe potuto essere diversa. Migliore o peggiore non lo so, certo è che un posto di pochi metri quadri dove lavorare in piena libertà evitando di dover ogni volta rimuovere tutto dal tavolo del soggiorno mi manca davvero. Ci vorrebbe una casa più grande, ma non situata in un condominio come ora. La mia isola felice sarebbe una casa indipendente con i vicini più vicini ad almeno un paio di chilometri di distanza. Meglio ancora sarebbe se ci fosse tutto intorno un profondo fossato, con tanto di ponte levatoio. Amante dell’epoca medioevale? No. E’ solo che negli utlimi anni le mie esperienze col vicinato non sono state esattamente positive. La casa dovrebbe essere un luogo di rifugio dove potersi rilassare dopo lo stress lavorativo. Ma sentire tremare le vetrate e le pareti perchè i ragazzini del piano di sopra devono giocare a pallone o scorazzare a piedi scalzi emulando il “leggero” passo del Tirannosauro Rex a spasso nel  Jurassic Park non è un’esperienza propriamente esaltante. E ti porta a prendere le distanze dalle persone incivili, maleducate, e senza il benche minimo rispetto per la tranquillità del prossimo. Ma basta parlare di loro perchè mi sta venendo un attacco di orticaria. Del resto a meno di una vincita al Superenalotto, o a un lascito di un lontano zio d’America la cui esistenza mi è stata tenuta accuratamente nascosta, i soldi per cambiare casa non ci sono e lo spazio è quello che è. Sembra incredibile ma nonostante questo sono riuscito ad autocostruirmi una macchina a controllo numerico multifunzionale comandata dal computer. Questa macchina è stata progettata per fresare legno e alluminio e di incidere materiali diversi con un laser. Volevo anche utilizzarla come stampante 3D, ma la struttura massiccia e i motori non abbastanza potenti, la rendono un po troppo lenta e quindi inadatta allo scopo. Il filamento di plastica fusa in uscita dall’estrusore finirebbe per raffreddarsi prima di essere diventato tutt’uno con l’oggetto in fase di stampa. Anche il server web su cui gira questo sito è opera mia. In pratica mettendo insieme un bel po di informazioni reperite sul web ho trasformando un Raspberry cioè un single-board computer sviluppato nel Regno Unito dalla Raspberry Pi Foundation in un host multisito che posso gestire in totale autonomia. Questo minuscolo computer,  poco più grande di un pacchetto di sigarette non ha neppure un hardisk. Al suo posto utilizza una mini SD, cioè una scheda di memoria identica a quelle dove le fotocamere digitali e immagazzinano foto e filmati. Al Raspberry possono essere collegate le periferiche che normalmente si collegano ai personal computer (tastiera, mouse, monitor, casse acustiche, una telecamera dedicata ecc). Possiede anche un’interfaccia che puo essere programmata per collegarsi ad altri dispositivi elettronici. Una porta verso il mondo esterno che può essere usata nei modi più disparati. Questa interfaccia rende in raspberry lo strumento ideale per essere utilizzato dagli smanettoni che si dedicano all’elettronica. Anche se hanno struttura e caratteristiche molto diverse si potrebbe dire che è il fratello maggiore di Arduino. O perlomeno è stato così fino a quando non sono usciti  dei computer in miniatura ancora più performanti. L’avevo acquistato già da un po di tempo ed ero rimasto incantato nello scoprire che su un computer così piccolo poteva girare il sistema operativo Linux. L’avevo gia usato sul PC, e si era rivelato molto utile per recuparare dei dati dal disco di sistema windows. Ormai si susseguono le offerte per connessioni ad Internet sempre più performanti e a costi sempe più accessibili. Quando sono passato alla connessione in fibra ho deciso che era il momento di far fare gli straordinari al raspberry. Fino a quel momento l’avevo usato saltuariamente, e solo per navigare su siti pericolosi per il sistema operativo windows. Su Aruba, con pochissimi euro si possono registrare dei domini da par puntare al proprio Host casalingo. Preso dall’euforia del pricipiante, al momento di scegliere tra la gestione con redirect, o con il DNS,  ho optato per la prima opzione. E’ stato un grosso errore. Molto tempo dopo ho scoperto che google e gli altri motori di ricerca tendono ad ignorare  i siti che utilizzano il redirect. Inoltre, nei link del sito finiva sempre per figurare il mio indirizzo ip reale. Era  stato proprio quest’ultimo ad aver attirato l’attenzione di google. Ho tentato in ogni modo di non farlo visualizzare. Ho chiesto anche aiuto su diversi forum, ma nessuna delle indicazioni che ho ricevuto si è rivelata utile a risolvere i problemi che incontravo. Ogni tentivo che facevo portava immancabilemente a una serie di del errori o a blocchi diella piattaforma wordpress. E ogni volta che questo accadeva mi vedevo costretto ad agire direttamente sulle tabelle del database. 

Qualcosa di me…

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